Abbiamo sempre saputo che l’anno della maturità sarebbe stato diverso da tutti gli altri: ricco di emozioni, di nuove sfide e traguardi. Un anno che non avremmo mai dimenticato. Ma nessuno di noi avrebbe immaginato di viverlo in lockdown. Eppure, è ciò che accaduto a noi maturandi del 2020. Lo sconforto iniziale è stato tanto. La paura, dettata dall’incertezza, anche. Sensazioni che hanno accomunato anche i nostri compagni più giovani, coloro che frequentano i primi anni delle superiori. Oggi, però, siamo più ottimisti e positivi. Cosa ci ha fatto cambiare prospettiva? La nostra scuola: iSchool High, la Scuola Superiore di II grado che anche durante l’emergenza Covid-19 ha saputo strutturare un insegnamento dinamico, interdisciplinare e concreto attraverso la tecnologia. Una soluzione che ha favorito anche i colloqui individuali con i docenti
Siamo entrati in classe ogni giorno, con i nostri tablet e pc in dotazione dalla scuola, e abbiamo seguito le lezioni regolarmente, con tanto di test e valutazioni. Nelle ore di Debate gli studenti di seconda linguistico e scienze applicate hanno discusso con ordine e partecipazione, tutti in rete. Tema del dibattito: lo Smart learning. Gli studenti dell’Istituto Alberghiero erano i più preoccupati: temevano che una disciplina così “pratica” avrebbe risentito pesantemente di una didattica esclusivamente digitale. Invece, così non è stato. Non c’è ricetta che non si possa sperimentare anche a casa. L’unico limite? Gli ingredienti. I prof hanno volutamente scelto di utilizzare materie prime di facile reperibilità, così da non creare problemi con la spesa. E una volta trovato tutto il necessario, via di video-lezioni. Del resto, siamo o no la generazione cresciuta con i cooking show alla MasterChef?
Questa attenzione, unita alla capacità di organizzare le attività didattiche in maniera flessibile e al tempo stesso puntuale, ha riguardato non solo l’Alberghiero, ma tutti gli indirizzi di iSchool High. Così, il programma non ne ha risentito e, a dire la verità, neanche la socialità. Anzi. Ci siamo sentiti più uniti. Grazie alle chat, ci siamo scritti di continuo, abbiamo creato un rapporto più umano anche con i docenti, tanto da mettere in programma delle grigliate per quando tutto questo sarà terminato e… ci siamo detti più spesso “ti voglio bene”. È proprio vero che a volte, la distanza, anziché allontanare, avvicina. Grazie iSchool High per averci permesso di vedere tutti i colori di un momento così grigio!