Le classi terze del Liceo delle Scienze Umane e del Liceo Linguistico hanno sperimentato l’Acroyoga, la disciplina nata dall’incontro tra l’acrobatica, lo yoga e il massaggio thailandese.
Coinvolge 3 figure: il flyer, colui che vola; la base, colui che lo sostiene e lo spotter, che interviene in caso di difficoltà e assiste connettendosi al volo. L’esperienza della fiducia diventa possibile anche grazie a quest’ultima figura, che impedisce al flyer di cadere e che aiuta gli altri 2 praticanti a migliorarsi attraverso i feedback che restituisce loro.
Quando si parla di AcroYoga si sente spesso utilizzare il termine “volare”; ma cosa si intende per l’esattezza?
“Volare” significa eseguire transizioni da una posizione all’altra insieme con la base. Questo aiuta il flyer ad affidarsi, a superare le proprie paure e a lasciarsi andare, stimolando nel gruppo lo scambio di sensazioni ed emozioni attraverso nuove forme di comunicazione.
Ci sono momenti e posizioni che facilitano la meditazione, l’ascolto, il silenzio e il contatto (prima di tutto con se stessi e poi anche con l’altro).
Con il tempo, sincronizzando il respiro con il movimento, si creano delle sequenze fluide, belle da vedere, terapeutiche e divertentissime da vivere.